DIARIO DI STRADA STORIE DI DUE GIOVANI SALTIMBANCHI Buna dimineata, dobro utro, bonjour. Queste sono alcune delle tante parole che hanno arricchito il nostro dizionario negli ultimi anni. Nel 2006, per tre anni, siamo partiti con il Circo Acquatico Bellucci, in tournée in Italia e nell'Europa dell'Est. Dal finestrino del nostro camper abbiamo ammirato i paesaggi bucolici della Slovenia, ci siam dovuti fermare per far attraversare la strada a simpatiche famigliole di oche in Ungheria, tra casette dai tetti di colori improbabili e sorpassi di carretti trainati da cavalli, abbiamo percorso la Romania, per arrivare in Bulgaria, accolti da sciami di venditori ambulanti e bambini vivaci ed incuriositi dai camion colorati, contenenti chissà quali misteri, animali mai visti e magiche attrazioni...gente piena di vita e paesi in attesa di essere vissuti, ma che purtroppo già subiscono il peso dell'industrializzazione. Faremo tesoro di questi viaggi, che ci hanno permesso di conoscere usi e costumi di altre popolazioni, di esplorare luoghi lontani e nel contempo portare avanti i nostri sogni. Vivere e lavorare con persone che non potremo mai scordare, a partire dalla nonna, una splendida ottantenne, col circo nel sangue e la segatura della pista sotto ai piedi da generazioni, una donna che con ogni parola, pronunciata con forza e prepotenza, impartiva lezioni di vita singolari e preziose, è un’opportunità unica. Stare a stretto contatto con gli operai, ragazzi, uomini e donne dell’Est, forti, segnati dalla durezza della vita, ma sempre allegri e vivaci, fa capire che basta poco per essere felici. I direttori sono stati come una famiglia per noi; le figlie, degli esempi da seguire. È incredibile come una vita intensa come quella del circo, ricca di sacrifici, allenamenti e sfide, possa fortificare i caratteri e al tempo stesso mantenere vivi e giovani. Tutti gli amici coi quali abbiamo condiviso tante esperienze in questa piccola comunità,"impiantando e spiantando" la magica tenda, che da un giorno all'altro compare nelle piazze per stravolgere per qualche giorno la noiosa quotidianità, ci rimarranno sempre nel cuore. Ma la scelta di vita dell'arte di strada è forte e radicata nella libertà, e non c'è chapitò che tenga, non riusciamo a rimanere legati ad un lavoro fisso. Benché col circo ci sia la possibilità di portare la propria arte in giro per il mondo (con l'illusione di sfuggire alla monotonia del lavoro ripetitivo, cambiando paese una o due volte a settimana), ci siamo ritrovati con la necessità di doverci rinnovare e di dover creare qualcosa di nostro. Quando una passione diventa lavoro è difficile mantenere l'entusiasmo iniziale, e ci si trova a dover ricercare stimoli nuovi; è così che nel 2009 abbiamo deciso di fondare la Compagnia SlapstickDuo e di lavorare sulla creazione di uno spettacolo nostro, e via, lasciandoci alle spalle il circo, siamo partiti per Bruxelles. Dopo tre anni vissuti in camper, non ci siamo lasciati intimorire dalla vita di strada nella grande capitale europea. Dobbiamo ammettere che i primi mesi son stati abbastanza duri (al circo ci eravamo abituati troppo bene con luce e corrente a volontà) e soprattutto l’inverno in Belgio, se non equipaggiati e preparati psicologicamente, può risultare un po’ ostile, ma dopo qualche accorgimento ci siamo adattati abbastanza bene; trovati quei tre o quattro parcheggi apprezzabili ed un paio di benzinai gentili che ci facessero ricaricare l’acqua, abbiamo dato il via al nostro girotondo per la città, cambiando postazione una volta a settimana per evitare lamentele dal vicinato. Per un artista Bruxelles è come il paese dei balocchi, c'è un'attenzione per lo spettacolo veramente incredibile, sale per provare, palestre, spettacoli di qualità, teatri e tanti tanti artisti, con cui confrontarsi, crescere, o semplicemente bere dell'ottima birra! Bruxelles, con i suoi mercatini delle pulci, dove al suono di vecchie fisarmoniche si danza tra le bancarelle colme di chincaglieria varia, ma anche di veri e propri tesori; con l'odore di fritto proveniente dai furgoncini, piazzati strategicamente per la città, per non far morire la cultura centenaria delle "frites". Città museo, dove passeggiando tra i quartieri arabi con la fragranza di kebab nel naso, alzi gli occhi e ti trovi difronte a capolavori architettonici inaspettati, una pennellata in stile liberty, nella città di Victor Horta, con la dolce melodia di un carillon che richiama i bambini per le strade al grido:”Glace,glace!” Per cinque mesi ci siamo dedicati alla creazione dello spettacolo “Rocco e Gina...Oggi Sposi” presso l'Espace Catastrophe (dove siamo stati selezionati come Giovani Progetti Emergenti). Ci piace definire il nostro spettacolo uno show tragi-comico, perché i due personaggi, caricaturali e caratteristici, simbolo d'un Italia d’altri tempi, ancora profondamente legata alle sue radici popolari, rispecchiano una realtà che a primo acchito fà sorridere, ma sotto sotto insinua dubbi e riflessioni sul rapporto marito e moglie. Gli anni passati al circo ci hanno aiutato molto nell'analisi di queste dinamiche, infatti lavorare e vivere assieme in un camper, amplifica enormemente i piccoli scontri che possono insorgere nella vita in due. E così arrivano in piazza due sposi novelli, che cercano tra i passanti qualcuno che voglia festeggiare, perché loro non hanno nessuno, né amici né parenti che li aiutino a rendere questo giorno un giorno veramente speciale, ma basta poco per vederli litigare e riappacificarsi come se niente fosse. Ciò a cui ambiamo è riuscire a toccare i cuori delle persone, per poter comunicare liberamente con loro, e per fare ciò ci approcciamo al pubblico con un fare patetico, quasi in cerca di carità, riscontrano talvolta nei passanti indifferenza o addirittura paura. Ci piace affrontare questa freddezza come una sfida faccia a faccia con la società, alla ricerca di un po’ di umanità. Siamo sicuri che la gente ha solo paura di togliersi la maschera dura che è costretta a portare ogni giorno, ma sapendoli prendere, anche i più distaccati, si lasciano andare e una volta conquistati saranno con noi per tutto lo spettacolo. Abbiamo vinto il concorso "On the Road" di Pelago, ma più gratificante del premio, è stata la reazione dei paesani, che ci hanno fatto sentire parte integrante del loro piccolo paesino toscano. Il pubblico s’immedesima in noi, si riconosce nelle liti familiari e rivive con noi tutte quelle dinamiche viziose che si creano nel rapporto di coppia, appassionandosi alla vicenda e prendendo le parti del più debole. In questo modo cerchiamo realmente di creare un rapporto col pubblico, un rapporto che vada oltre lo spettacolo. Ci piace continuare a mantenere il gioco sulla parentela anche quando abbiamo finito di lavorare, e la gente lo apprezza e fa lo stesso con noi. Ci ritroviamo quindi con un sacco di parenti in giro per il mondo, che quando ci incontrano per strada scherzano con noi, vogliono mantenere i rapporti, alcuni addirittura ci fanno dei regali di nozze. Certo la strada da fare è ancora tanta, lo spettacolo sta' crescendo, ed abbiamo in programma una regia e numeri nuovi, ma ci possiamo ritenere soddisfatti di questa prima stagione fuori dal circo... E così come al circo, si va avanti inesorabilmente, macinando chilometri, incontrando gente e crescendo giorno per giorno, con la speranza di incontrare sempre qualcuno con cui gioire... multumiri, blagodarya, merci...o chissà quale altro idioma ci riserverà il futuro!
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